Anziani e il problema di oggi

La solitudine colpisce una larga parte della popolazione anziana, in particolare nei paesi industrializzati, dove si stima che circa il 30% delle persone sopra i 65 anni sperimenti la solitudine in modo cronico e il 10% ne sia afflitto in modo severo.

La crescita della popolazione anziana, dovuta all’aumento dell’aspettativa di vita, ha contribuito a rendere la solitudine una problematica di rilevanza globale.

Questo fenomeno è particolarmente diffuso nelle aree urbane e nei contesti in cui i legami familiari e comunitari sono meno forti

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Per inquadrare meglio la questione, bisogna in primo luogo distinguere due concetti chiave:

Solitudine

La solitudine è una esperienza soggettiva: si tratta di un sentimento percepito in mancanza di connessioni sociali significative. Una persona può sentirsi sola anche se vive circondata da altre persone e partecipa ad attività sociali. In altre parole, la solitudine nasce quando le relazioni sociali non soddisfano il bisogno di appartenenza e supporto, portando a una sensazione di vuoto emotivo. La solitudine è quindi legata alla qualità delle relazioni, non alla loro quantità.

Isolamento sociale

L’isolamento sociale è una esperienza oggettiva: descrive una situazione in cui una persona ha pochi contatti sociali o addirittura nessuno. È misurabile attraverso parametri come il numero di interazioni sociali, la partecipazione a eventi, la frequenza di contatto con familiari e amici. Si può essere isolati socialmente senza necessariamente provare solitudine, giacché alcune persone preferiscono una vita solitaria traendone soddisfazione.

Cause

Tra le principali CAUSE troviamo:

  • Cambiamenti demografici e sociali: diminuzione della vicinanza intergenerazionale, riducendo il supporto sociale per gli anziani;
  • Ritiro dal mondo del lavoro: la pensione può portare a una perdita di routine e di contatti quotidiani, lasciando un vuoto sia sociale che personale;
  • Perdita del coniuge o di amici: il lutto può aumentare la tristezza, rendendo più difficile ristabilire connessioni emotive e sociali;
  • Declino fisico e mentale: problemi di mobilità, malattie croniche o disabilità rendono difficile uscire di casa e partecipare ad attività sociali, incrementando l’isolamento;
  • Tecnologia: non tutti gli anziani riescono a utilizzarla facilmente, perdendo così un ulteriore canale di comunicazione. D’altro canto, l’uso esclusivo della tecnologia per restare in contatto con i propri cari rinforza l’isolamento e il senso di solitudine.

Conseguenze

Salute mentale

La solitudine è associata a un aumento del rischio di depressione e ansia cronica, che a loro volta riducono ulteriormente le capacità relazionali;

Salute fisica

Gli anziani soli tendono ad avere un rischio maggiore di sviluppare malattie cardiovascolari, ipertensione e altre condizioni croniche;

Comportamenti a rischio

La solitudine incentiva stili di vita poco sani, come una cattiva alimentazione, la sedentarietà e l’abuso di alcol o farmaci;

Declino cognitivo

La mancanza di stimoli e interazioni sociali può accelerare il declino cognitivo e compromettere le capacità di pensiero e memoria, favorendo la demenza senile.

Come si presenta la depressione negli anziani

La depressione nell’anziano è un disturbo che spesso può non essere riconosciuto, soprattutto agli esordi. La depressione nell’anziano infatti spesso non compare con caratteristiche simili alla depressione nell’adulto. Nella depressione dell’anziano compaiono più spesso sintomi somatici (spesso disturbi gastrointestinali) con preoccupazioni ipocondriache e lamentazioni legate ad aspetti corporei.

Oppure compaiono sintomi come calo delle energie, perdita degli interessi e disturbi del sonno che spesso sono considerati “normali” processi dell’invecchiamento, quando invece nascondono una patologia depressiva.


Ma quindi come prevenirla?


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